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Visualizzazione dei post da 2020

PARMIGIANA IN CROSTA

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Ci sono piatti che nascono senza un perchè, che semplicemente prendono vita mentre si pasticcia ai  fornelli. Non so a voi ma a me capita con una certa frequenza. Il più delle volte quando unisco ingredienti rimasti in frigo che devono essere consumati in breve tempo. Credo sia proprio questo il senso della cucina di recupero: ottimizzare quello che si ha senza buttare via nulla o almeno riducendo gli scarti. Viviamo in un'epoca di grande consumismo in cui si compra in modo compulsivo e poi irrimediabilmente ci si ritrova con una marea di cose che non si sa come sfruttare. Capiamoci, questo vale per tutto: abiti, scarpe, oggetti di varia natura, e purtroppo anche cibo. Per carità non voglio sicuramente fare la morale sullo spreco di alimentari, però mi rendo conto che spesso e volentieri si acquistano quantità di prodotti in offerta che poi scadono dimenticati in un angolo del frigorifero o peggio ancora della dispensa. A parte lo spreco economico, credo sia proprio uno schiaffo in

Pecora in umido

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  Qualche settimana fa un'amica mi ha regalato una pecora. Morta. Di circa venti chili. Vi dico subito che non l'ha investita per errore sulla statale mentre rincasava. L'ha regolarmente comprata da un pastore locale e poi me l'ha donata. Ripeto... venti chili di carne. Doveva essere mezza pecora, ma siccome la mia amica è un pelino matta ha ritenuto opportuno scaricarmi letteralmente nel bagagliaio l'intero animale. Vi lascio immaginare la faccia di mio padre al mio rientro a casa...Poverino, non ha potuto far altro che dividere in pezzi e metterlo nel congelatore a pozzetto mentre mentalmente si chiedeva in quanto tempo saremo riusciti a mangiare tutta quella carne. In realtà credo ci vorrà molto meno tempo di quanto pensa lui: un pezzo è stato arrostito, un altro è finito in brodo e una delle cosce è stata cucinata da me. Insomma, piano piano la faremo fuori. La pecora in umido è un piatto della tradizione sarda che adoro: piccante e saporito. Non è nean

Zuppa inglese con gocce di cioccolato

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Un’altra domenica passata con nonna Licia;  un’altra domenica a pasticciare in cucina cercando di carpire i segreti di una donna che muove tanto le mani, non pesa nulla perché fa tutto a occhio e cambia le ricette in corso d’opera come se niente fosse. Seguirla non è facile. Io le sto letteralmente addosso con carta e penna davanti per poter scrivere ogni cosa ed eventualmente apportare delle modifiche, ma credetemi non è stato per niente facile.  Alla fine il dolce era davvero buono, per quanto la zuppa inglese non rientri tra i miei dessert preferiti. INGREDIENTI 2 uova 1 litro di latte parzialmente scremato  7 cucchiai di zucchero  Scorza di un limone 2 cucchiai di amido di mais 1 confezione di biscotti di Fonni o di savoiardi secondo proprio gusto Cacao amaro Gocce di cioccolato fondente  Un bicchiere di alchermes  Iniziamo preparando la crema montando con le fruste elettriche le uova con 6 cucchiai di zucchero e l’amido di mais: devono diventare chiare e spum

Baccalà di nonna Licia

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Ci sono ricette che non vengono prese da nessun libro o ricettario, ma che semplicemente si tramandano di generazione in generazione andando a costituire un vero e proprio retaggio familiare che unisce le persone di uno stesso nucleo. Il baccalà di nonna Licia è una di queste. Ma partiamo dal principio. Nonna Licia è la nonna del mio attuale fidanzato: un'anziana signora tutto pepe osannata dalla propria famiglia per la sua destrezza tra i fornelli. Non esagero! Figli e nipoti preparano lo stomaco ogni volta che lei annuncia la preparazione di uno dei suoi piatti forti come se dovessero affrontare un banchetto regale. Due settimane fa si era deciso di cucinare il baccalà tutti insieme affinche sia io che mia suocera potessimo imparare a farlo come lei rubandole qualche trucchetto, e così abbiamo buttato giù la lista della spesa, e domenica ci siamo ritrovati in un circo culinario divertentissimo, perchè se nonna fa tutto a occhio noi volevamo dosi un pelino più precise e via

Tartufi cheto di ricotta e cocco

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Stare a dieta non è semplice, men che meno negli ultimi tempi. Ci si annoia in casa, e spesso per passare il tempo si cucina e si mangia. Beato chi lo può fare senza sensi di colpa e senza la paura di ritrovarsi diversi chili in più sul sedere a fine quarantena. Io che a dieta ci sono, mi sono dovuta destreggiare tra la necessità di reperire gli alimenti che mi occorrono e la difficoltà di non cedere nel lungo tempo che passo in casa. Non è difficilissimo; seguo una dieta chetogenica che prevede la sospensione totale per un certo periodo di tutti gli alimenti che contengono carboidrati. Mi trovo bene e i risultati non mancano, ma ogni tanto la voglia di dolce dopo pranzo o cena si fa sentire. Mi sono inventata questa ricetta partendo da dei tartufi al cocco che avevo preparato tempo fa e che si prestavano ad essere rimodellati secondo questo stile alimentare. Con queste dosi si ottengono circa 25 tartufini che bastano per tutta la famiglia, perchè credetemi non ne mangerete

Torta di ricotta ( gluten free e senza burro)

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Strano ma vero, per una volta che a Pasquetta c’è bel tempo siamo tutti chiusi in casa. E il mio fidanzato, che notoriamente non ama queste ricorrenze, fa la ola da casa sua, ben contento di non essere trascinato in qualche agriturismo per pranzo dove quasi sicuramente avremo mangiato meno bene del normale spendendo il doppio. E vabbè... passerà anche questa... Intanto ridendo e scherzando non vedo il mio fidanzato da più di un mese, visto che viviamo in due comuni diversi, ma pazienza... intanto è lui che non può mangiare questa torta di ricotta. Veloce da preparare, umida, saporita e dal risultato sempre garantito. L’ho preparata convinta che durasse un paio di giorni e invece in poco meno di ventiquattro ore è finita. Le dosi che vi darò sono per una tortiera da circa 22 cm di diametro che ci faranno ottenere delle fette alte poco più di un cm; se la volete più alta raddoppiate tutte le dosi senza problemi, non essendoci lievito non si corre il rischio che la torta tracimi.

Tiramisù

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Inutile dirlo, è il dolce italiano più famoso nel mondo. E probabilmente anche quello più riprodotto nelle case italiane. Ha una storia estremamente interessante che vi consiglio di andare a leggere direttamente sul sito dell' Accademia del tiramisù perchè io non riuscirei a raccontarvela con la stessa bravura.  Gli ingredienti sono pochi: caffè, savoiardi, mascarpone, zucchero e uova, e proprio per il fatto che non c'è cottura usate solo ingredienti di buona qualità, soprattutto il caffè. Un pessimo caffè potrebbe rovinare tutto e alterare il gusto finale del dolce, sarebbe un vero peccato! La ricetta tradizionale prevede l'utilizzo dei soli tuorli, ma io utilizzo anche gli albumi montati a neve perchè preferisco una crema più morbida e leggera.  Come potete vedere dalla foto ogni volta che posso evito di preparare questo dolce in teglia, onestamente lo trovo poco elegante, ma spesso si devono fare i conti con numerosi invitati, ragi

Crema pasticciera al limone

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La prima volta che ho preparato la crema pasticciera avevo dieci o undici anni. Durante l’estate passavo molto del mio tempo con una compagna di scuola che abitava vicino a casa mia e tra le varie cose che facevamo c’erano gli esperimenti culinari. La crema pasticciera fu uno dei primi. La ricetta era quella di sua nonna, che abitava al piano superiore e che puntualmente ce la ripeteva dalla finestra, mentre iniziavamo a scaldare il latte. Probabilmente ne mangiammo dei chili durante quelle vacanze; il suo gusto e il suo profumo mi sono rimasti impressi e per me sanno di felicità, di calde giornate estive e di spensieratezza. L’ho ripreparata qualche giorno fa per guarnire i bignè e il suo profumo mi ha riportata indietro nel tempo, liscia lucida e saporita come la ricordavo. Questa non è una ricetta: è la ricetta! Quella da tenere sempre a portata di mano perché adatta da mangiare a cucchiaiate o per guarnire dolci di svariati genere.  Ingredienti  500 ml di latte 4

Bignè alla crema pasticcera

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Periodo di grande mutamento quello che stiamo vivendo. La vita scorre imperterrita scandita dalle notizie del telegiornale e tutti aspettiamo di sentire buone notizie, di sentire che possiamo tornare alle nostre vite che dubito saranno uguali a prima. Io personalmente sto usando il tempo libero ( visto che continuo a lavorare come sempre) per fare tutto ciò che ho trascurato negli ultimi anni: leggere, riflettere, cucinare... tutto con un ritmo diverso, più lento, più placido, godendomi il momento. Ho preparato i miei primi bignè con questo spirito di rivoluzione personale, riscoprendo il gusto di cucinare con divertimento. Il procedimento non è difficile, a patto di seguire bene tutte le indicazioni, perché la pasticceria, si sa, non ammette troppe modifiche delle ricette base senza alterazioni del risultato. La ricetta della crema pasticcera la condividerò nei prossimi giorni e segnatevela perche è formidabile. Ingredienti  230 g di farina 00  300 g d’acqua 

Torta di ricotta pere e cacao (senza burro)

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Ieri mi è venuta voglia di torta, ma non una torta qualsiasi, una torta con ricotta pere e cacao. Qualcosa di semplice, veloce ma voluttuoso al palato per spezzare l’agonia da quarantena. Sapevo di avere tutti gli ingredienti compresa una povera pera solitaria che aspettava la sua ora nel cesto della frutta, e così nel giro di trenta minuti appena la stavo infornando. Non è un dolce asciutto, anzi, lievita poco restando bassa e umida dentro, quasi fosse una cheesecake, ideale per colazione e merenda. INGREDIENTI 3 tuorli d'uovo 2 albumi 100 g di zucchero 250 g di ricotta vaccina 7 g di lievito 30 g di cacao amaro 100 g di farina 1-2 pere Lavorare tuorli, albumi e zucchero con le fruste finchè non si otterrà un composto chiaro e spumoso. Aggiungere la ricotta continuando a mescolare, e infine, la farina, il cacao e il lievito precedentemente setacciati. Sbucciare la pera e tagliarla a fettine sottili. Imburrare e infarinare una teglia o adagiarvi la carta f

pancakes integrali

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Riprendere a scrivere su un blog lasciato alla deriva da anni non è affatto semplice, me ne rendo conto, ma probabilmente avevo bisogno di esplorare  nuovi percorsi prima di tornare a condividere la mia passione per il buon cibo e la cucina in generale. Non viviamo in tempi facili, tutti chiusi in casa, ognuno che guarda fuori dalla sua finestra aspettando il momento in cui si potrà riprendere una vita normale. Uno dei risvolti più curiosi di tutta la faccenda della pandemia è la corsa agli acquisti di farina, lievito di birra e uova, come se si stesse tornando al tempo della guerra; o forse, semplicemente, panificare è uno dei passatempo del momento, e mi fa piacere vi dirò. Panificare significa accettare lunghi tempi di lievitazione e diciamo che per chi è abituato sempre a correre da una parte dall'altra questo si trasforma magicamente in un bellissimo esercizio di pazienza e raccoglimento. Comunque, stamattina mi sono svegliata con la voglia di preparare qualcosa di buon